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Italiano: Stati Generali per un’informazione e per dei media pluralisti

per un’informazione e per dei media pluralisti

Appello agli Stati Generali per un’informazione e per dei media pluralisti


Sitio Web degli Stati Generali



Appello agli Stati Generali per un’informazione e per dei media pluralisti

Ci rivolgiamo a tutti i cittadini che vogliono un’informazione indipendente e pluralista, ai giornalisti, creatori e lavoratori dei media, agli attori dei media associativi, agli intermittenti ed ai precari di tutti i mestieri dell’informazione e della cultura, ai militanti e responsabili dei movimenti sindacali, associativi e politici, ai movimenti di educazione popolare, a tutte e a tutti coloro che vogliono resistere alla mercificazione dell’informazione e della cultura.

Affinché si svolgano, sia a livello locale che nazionale, gli Stati Generali per un’informazione e per dei media pluralisti

Perché Stati Generali?

1. Per adempiere alla loro funzione democratica, i media dovrebbero essere sottratti al controllo diretto dei poteri economici e politici. Questo non è evidentemente il caso né dei media privati, né dei media pubblici. Le logiche imprenditoriali che prevalgono nei primi, hanno ormai conquistato anche i secondi, al punto che il settore pubblico sembra dovere il suo mantenimento all’iterarsi della sua dipendenza politica.

La concentrazione dei media, votati a dei gruppi legati a imperi industriali, a fondi pensionistici ed al settore bancario il cui principale obiettivo è rispondere alle attese dei loro azionisti, compromette gravemente la qualità e la diversità dell’informazione, dell’intrattenimento e della cultura; incita la parte della stampa che non dipende direttamente dai gruppi più potenti a battersi contro di loro con le stesse armi e sullo stesso terreno; sostiene una corsa verso la redditività che si traduce nella precarizzazione vertiginosa dei mestieri dell’informazione e della cultura, nella subordinazione crescente dei giornalisti alle loro gerarchie, nella subordinazione sempre più stretta dei programmi e di tutti i produttori d’informazione e cultura agli imperativi imposti dai diffusori e dai pubblicitari.

Attori della mondializzazione liberale e della deriva ultraliberale dell’Europa, la maggior parte dei grandi media ne sono, per mezzo di editorialisti e cronisti interposti, i propagandisti. Tutto ciò a disprezzo della diversità delle opinioni e delle aspirazioni dei loro lettori, ascoltatori e telespettatori. Ma quando il pluralismo è mutilato, è la democrazia che deperisce.

Il settore pubblico dell’audiovisivo non fa eccezione, al contrario. Sottomesso alla pubblicità, poiché il finanziamento pubblico è insufficiente, si costringe, di fronte a canali ed emittenti private, a far loro concorrenza con le armi commerciali della corsa all’"audience" immediata. Posto sotto la tutela della maggioranza politica del momento, ne subisce direttamente le pressioni e le manipolazioni periodiche. Come potrebbe, in tali condizioni, adempiere al suo ruolo di servizio pubblico?

2. I poteri pubblici, lontani dal garantire la pari opportunità di accesso ai media, il pluralismo dell’informazione e l’indipendenza dei giornalisti:

- Favoriscono le concentrazioni guidate dalla ricerca ossessiva del massimo profitto nei tempi più brevi, che è la regola del mercato;
- Abbandonano l’audiovisivo e larghi settori della stampa agli appetiti dei gruppi appoggiati dalle conglomerazioni industriali che beneficiano di mercati pubblici
- Mantengono la loro impostazione politica di un audiovisivo pubblico, privato dei mezzi finanziari per la sua indipendenza;

- Perseverano in un sistema di aiuti alla stampa che favorisce i media finanziariamente più potenti e più mercantili;
- Partecipano alla fragilizzazione dei media, indipendenti dai grandi gruppi, attaccando i servizi pubblici, come Le Poste che riservano le tariffe preferenziali ai media più lucrativi;
- Si rifiutano di dotare i media senza fini di lucro e, più in particolare, i media associativi, dello statuto giuridico e dell’aiuto finanziario senza i quali la loro esistenza è compromessa.

Stati Generali, con quale scopo?

Tramite questi Stati Generali, intendiamo stendere un rapporto dei problemi da risolvere, proporne le soluzioni, sottoporle a tutte le forze politiche ed ai parlamentari. Senza pregiudicare il risultato, noi intendiamo mettere in discussione le questioni seguenti:

- L’informazione è un bene comune. Come garantire il diritto d’informare ed il diritto all’informazione contro ogni tentativo politico ed economico di confiscarlo?

- Questo diritto deve essere protetto da una legislazione e con dei mezzi all’altezza della scommessa: quali? Come preservare e rifondare il servizio pubblico dell’audiovisivo?

- Come garantire lo sviluppo dei media associativi, salvaguardare il potenziale non commerciale di Internet, dotare i media senza scopi di lucro dello statuto e dei mezzi di cui necessitano?

- Il diritto all’informazione è innanzitutto il diritto ad un’informazione diversificata in tutti i campi: come garantirla e favorire in particolare la qualità e la pluralità delle informazioni economiche, sociali ed internazionali?

- Il diritto all’informazione presuppone dei nuovi diritti per i giornalisti e, più in generale, per i produttori d’informazione indipendenti: quali, e come garantirli?

Stati Generali, come?

1. Il nostro appello è per degli Stati Generali aperti, decentralizzati, pluralisti.
- Aperti - La questione del diritto all’informazione è una questione troppo seria per essere abbandonata ai soli responsabili dei media: essa riguarda tutti coloro che, professionisti o no, giornalisti o meno, concorrono alla produzione dell’informazione. I giornalisti, i lavoratori dei media e i loro sindacati hanno bisogno della collaborazione di tutti.
- Decentralizzati - La questione del diritto all’informazione non deve essere riservata a dei portavoce nazionali (ed omettere i media regionali). Per cui, il processo degli Stati Generali che noi vogliamo promuovere deve combinare le scadenze locali e quelle nazionali e privilegiare i gruppi di lavoro, le commissioni, i seminari di riflessione e di proposta, contro ogni tentazione a cedere ai miraggi della personificazione e dello spettacolo... mediatici.
- Pluralisti - La questione del diritto ad un’informazione pluralista non è monopolio di nessuno. I veti verranno da coloro che rifiutano di partecipare.

2. Vogliamo dare vita non ad una nuova struttura, ma ad un processo, segnato da tappe importanti. Il nostro appello è dunque per una

Prima sessione nazionale Degli Stati Generali per i media e per un’informazione pluralisti A febbraio 2006

Hanno contribuito alla redazione: SNJ, SNJ-CGT, Armand Mattelart (OFM), Henri Maler (Acrimed), Bernard Cassen (Attac), Jacques Cotta, Christophe Miqueu e Marie-Jo Cloiseau e Jean-Marc Surcin (Appello per un’informatione Imparziale).

Se desiderate sottoscrivere e associarvi a questo appello, vi ringrazio di fare pervenire il vostro consenso al seguente indirizzo e-mail: etats-generaux@ouvaton.org. Potrete anche trovare il testo e sottoscriverlo all’indirizzo Etats Généraux


Auteur(s) : Presse